10 febbraio 2022

A rischio la crescita economica regionale - Report CNA



 

La ridotta capacità produttiva delle imprese sarde a causa della pandemia rischia di rallentare la crescita economica regionale alimentando una fase di inflazione già innescata dalla crescita dei costi energetici. Proprio l’aumento delle bollette, insieme alla mancanza di liquidità e alla difficoltà di accedere ai finanziamenti, sta mettendo a serio rischio la tenuta di molte attività economiche.

È quanto si evince dall’ultima indagine dell’Istat che ha analizzato l’impatto economico e finanziario dell’emergenza COVID-19 su un campione di attività economiche con più di tre addetti nei settori industria e costruzioni, commercio e servizi. L’indagine - svoltasi a novembre 2021 dopo analoghe rilevazioni compiute dall’Istituto a maggio e novembre 2020 - è stata analizzata dal Centro studi della Cna per capire in quale misura il sistema delle imprese sarde abbia pagato le conseguenze del biennio di crisi sanitaria.

“Lo scenario delineato dalle imprese sarde per il 2022 desta preoccupazione - commentano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna sarda -: la riduzione della capacità produttiva, lascito del biennio pandemico, rischia di rallentare la crescita economica regionale in una fase di rapida ripresa della domanda aggregata, nazionale e internazionale, alimentando l’inflazione già surriscaldata dalla crescita dei costi energetici. Proprio l’aumento della bolletta energetica sta mettendo a serio rischio la tenuta di molte attività economiche, soprattutto PMI, con le imprese che faticano a pianificare una strategia di investimento a medio-lungo termine efficace. Ci attendiamo con urgenza un intervento del governo che compensi parte dei costi sostenuti dalle imprese. Il problema è inoltre la carenza endemica di liquidità: risulta quindi fondamentale integrare il sistema di garanzia finanziaria pubblica con l’obiettivo di supportare la domanda di liquidità delle imprese, soprattutto quella proveniente dal sistema delle piccole e medie imprese artigiane, in un contesto regionale caratterizzato da un mercato del credito significativamente più rigido rispetto a quello di altre regioni”. Su questo fronte ¬- dichiarano i vertici CNA - chiediamo alla Regione di istituire un “Fondo Rotativo di piccolo Credito per le imprese di piccola dimensione”; avrebbe una funzione anticiclica, alimentato con risorse pubbliche nella fase inziale, si alimenterebbe con i rientri derivanti dal pagamento delle rate dei finanziamenti in ammortamento delle imprese che ne hanno già beneficiato. Con 10 mln di euro verrebbero agevolate circa 800 piccole imprese”.


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