04 maggio 2016

Osservatorio Cna: aziende sarde vessate dal fisco



Diminuisce la pressione fiscale complessiva sulle imprese italiane Total Tax Rate rispetto agli anni 2012, 2013 e 2014, attestandosi nel 2015 mediamente intorno al 60,9% (3,4% in più comunque rispetto al 2011, l’anno zero del federalismo fiscale), ma tornerà leggermente a crescere +0,1% nel 2016. La città sarda più tartassata continua ad essere Sassari dove l’incidenza del Fisco sulle piccole e medie imprese e sugli artigiani è del 66,1% (+5,7% rispetto al 2011). A Sassari un artigiano o un piccolo imprenditore dovranno lavorare otto mesi, dal primo gennaio al 29 agosto 2016, solo per pagare l’Erario. Sassari è inoltre una delle città italiane dove è maggiore l’incidenza della TASI che mediamente ha pesato 220 euro, ma nel capoluogo turritano ha raggiunto 1300 euro. All’artigiano o piccolo imprenditore sassarese al netto delle incombenze tributarie resterà in cassa una parte bassissima del reddito aziendale: su 50mila euro ne rimarranno soltanto 16.964 ( -2.826 rispetto al 2011).
«Questi dati - dichiarano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA. – evidenziano come anche sulle piccole imprese sarde il livello della pressione fiscale rimanga insostenibile e confligga con lo sforzo che le aziende stanno compiendo per superare l’eccezionale condizione di difficoltà economica che affligge il tessuto produttivo isolano.

 Riteniamo sempre più urgente una riforma complessiva del sistema fiscale del nostro paese in cui la pressione fiscale è giunta oramai a livelli insostenibili tra tassazione nazionale e prelievi locali. I nostri imprenditori sono inoltre penalizzati dalla enorme complessità delle procedure: un mix che determina minore produttività e competitività delle imprese, produce l'allungamento della stagnazione economica e uccide ogni possibilità di ripresa economica».
 


cs_-_pressione_fiscale_in_sardegna_04_05_16.pdf rs_-_pressione_fiscale_in_sardegna_04_05_16.pdf
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