24 luglio 2014

Appalti pubblici: la riforma non danneggi le piccole imprese



La Cna  Costruzioni Sardegna esprime una forte preoccupazione per il blocco degli appalti dei Comuni sardi che dal 1° luglio rischia di paralizzare l’attività di spesa dei Comuni sardi fino alla conversione di un provvedimento di legge atteso ad metà Agosto.

Nella Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, tenutasi lo scorso 10 luglio Governo e Autonomie locali, si è deciso di rinviare di un anno (al 1° luglio 2015) gli obblighi per i Comuni in modo da consentire agli enti locali di iniziare a prepararsi al nuovo modello operativo, ma la norma, inserita in un emendamento alla legge sulla “competitività” all’esame del Senato, non sarà operativa prima di metà Agosto e dunque al momento non consentendo all'Anac, l’Autorità Nazionale anticorruzione,come ha dichiarato il suo presidente Raffaele Cantone, di  rilasciare i codici identificativi di gara (Cig) ai Comuni inadempienti con immaginabili effetti negativi per l’intero comparto degli appalti pubblici.


Ma la preoccupazione della Cna sarda non è solo relativa a questo aspetto ma riguarda nel complesso la riforma degli appalti varata a giugno. Sotto accusa è la centralizzazione degli acquisti pubblici che metterà l’intero sistema degli appalti nelle mani di poche organizzazioni.
La legge emanata dal Parlamento lo scorso giugno ha infatti creato una Anagrafe unica delle stazioni appaltanti, ovvero un  elenco dei “soggetti aggregatori” di cui fanno parte il Consip e una centrale di committenza per ogni regione italiana (saranno al massimo 35): queste dovranno gestire tutti gli acquisti di beni e servizi comunali, anche quelli che prima - in base ad una deroga prevista dal decreto legislativo n. 163/2006 per lavori o acquisizioni di forniture e servizi di importo inferiore a 40mila euro – potevano essere acquistati in economia.

"Se una riforma che razionalizzi il numero delle stazioni appaltanti, premi le competenze e limiti gli sprechi di denaro pubblico con adeguati controlli è certamente necessaria – spiega il segretario della Cna - ci preoccupa molto una centralizzazione che rischia di far crescere enormemente la dimensione media delle gare pubbliche escludendo proprio le piccole imprese, quelle che rappresentano il tessuto più dinamico del nostro Paese. Una buona riforma degli appalti potrà essere tale solo se darà la dovuta attenzione alla questione delle PMI. Occorre proteggere le piccole imprese  nel solo modo possibile - come hanno fatto grandi paesi, in testa Stati Uniti, Brasile,Sud Africa, Messico, Cina ed India, riservando esclusivamente a loro quote d'appalti, perchè farle gareggiare con le grandi significherebbe estrometterle  definitivamente dal mercato".
 


cs_-_allarme_appalti_24_07_14.pdf rs_-_allarme_appalti_26_07_14.pdf
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