La crisi e l’assenza di politiche di sostegno non frenano l’imprenditoria femminile
In Sardegna tasso di femminilizzazione (24%) superiore alla media nazionale (23,3%)
CNA Impresa Donna Sardegna e Artigiancassa: finanziamenti a misura per le imprenditrici
È un quadro dinamico e di crescita quantitativa e qualitativa dell’imprenditoria femminile, quello che ci restituiscono il 2° Rapporto sull’imprenditoria femminile di Unioncamere e l’indagine del Centro Studi CNA ‘L’altra metà dell’economia: imprenditrici che crescono’, condotta su un campione rappresentativo di imprenditrici che operano nei principali settori economico-produttivi del comparto Artigiano.
Ma che racconta anche di politiche economiche e del lavoro -nazionali e locali- e di un contesto socio-culturale persistentemente poco favorevoli, limitanti di un potenziale molto alto di ripresa e di sviluppo dell’economia, quello al femminile, ancora non valorizzato.
CNA Impresa Donna Sardegna e Artigiancassa intervengono su una delle criticità -il credito- per favorire il sostegno e lo sviluppo dell’imprenditoria al femminile: nasce la linea di finanziamenti a breve e medio-lungo termine Key Woman, gestita dagli Artigiancassa Point e dalle CNA Provinciali presenti su territorio regionale.
Le imprese-donna, nonostante gli effetti falcidianti della crisi economica dell’ultimo triennio, sono cresciute ed hanno creato più lavoro delle imprese maschili.
Il tasso di crescita tra il 2009 e il 2010 è di +0,2% a fronte di uno -0,5% delle aziende capitanate da uomini, così come tra il 2003 e il 2008 il tasso di incremento occupazionale legato alle imprese femminili si è attestato su un +15% a fronte di un nettamente più contenuto +3% delle imprese maschili. Emerge progressivamente la preferenza per forme giuridiche “collettive” (+18%) rispetto all’impresa individuale (-5%), dato che può essere associato ad un processo di partecipazione nel mercato che si evolve verso forme più complesse e mature.
La Sardegna, che presenta un tasso di femminilizzazione (24%) superiore alla media nazionale (23,3%), conta 40.563 aziende in rosa, che tra il 2009 ed il 2010 sono cresciute dello +0,1 % a fronte di un -1,7% di aziende maschili nonostante la difficile congiuntura economica.
Anche nella nostra regione si conferma la ‘tenuta’ del segmento produttivo femminile alla crisi e, nonostante la prevalenza di imprese individuali (64%) e di micro dimensione, la tendenziale capacità in rosa di creare occupazione.
Continuano a fare da sole: disilluse sulle politiche nazionali e locali in favore dell’imprenditoria femminile, considerano assolutamente insoddisfacente l’impianto normativo (92,1%) e le azioni di sostegno alle PMI e alle imprese artigiane femminili di livello nazionale (91,8%) e di livello locale (84,7%).
“L’indagine del Centro Studi CNA ci consegna una percezione corretta delle donne imprenditrici rispetto all’effettivo mancato impegno politico e istituzionale nei loro confronti. La realtà è che non servono alla competitività del nostro tessuto economico -dichiara la Coordinatrice regionale Valentina Codonesu- le abusate enunciazioni d’effetto o meramente programmatiche sulla capacità imprenditoriale femminile quale ‘motore dello sviluppo dell’economia’. Occorrono misure concrete del nostro Governo regionale a sostegno delle piccole imprese. In relazione all’elaborazione di politiche attive del lavoro, che vedano protagonista anche il segmento imprenditoriale femminile dal momento che i dati ci indicano che ha una maggiore capacità di creare occupazione, e poi di previsione di specifici interventi formativi che qualifichino l’ingresso e il riposizionamento nel mercato delle imprese”.
rassegna_stampa_cna_impresa_donna,_20.04.2011.pdf