Un 2017 estremamente critico sotto il profilo delle precipitazioni ha riportato alla ribalta l’annoso problema della scarsissima qualità delle reti idriche isolane. In base all’ultimo report Istat diffuso nei giorni scorsi in occasione della giornata mondiale dell’acqua la Sardegna risulta infatti la penultima regione italiana in termini di percentuale di acqua effettivamente erogata sul totale immesso in rete (appena il 44%, contro una media nazionale del 59%). Una situazione che peggiora di anno in anno per molteplici motivi: dalle perdite nelle condotte alla possibile esistenza di grandi quantità di acqua non conteggiate destinate ad usi pubblici, da sfiori di serbatoi a possibili furti e prelievi abusivi. Nel triennio 2014-2016, inoltre, circa il 17% delle famiglie sarde ha denunciato irregolarità nell’erogazione dell’acqua: è il terzo dato più negativo tra le regioni italiane (9% la media nazionale).
E’ quanto si evince da una rilevazione della CNA Sardegna che ha analizzato gli ultimi dati Istat sul servizio idrico. Una situazione ancor più preoccupante alla luce degli ultimi dati sui bacini idrici sardi la cui provvista si è più che dimezzata in otto anni: ad inizio 2018 nelle dighe dell’isola si contano infatti meno di 800 milioni di metri cubi d’acqua, da confrontarsi con il massimo di 1 miliardo e 700 milioni di metri cubi registrato nel 2010 (fonte Distretto idrografico della Sardegna).